Il contatto con gli alberi può offrirci moltissimi benefici, soprattutto oggi, all’epoca delle iper connessione digitale, non abbiamo mai avuto così tanto bisogno della natura per poterci riconnettere a noi stessi. Carl Jung, fondatore della psicologia analitica, sostiene che gli alberi ci danno l’opportunità di riappropriarci della nostra personalità più autentica e di accedere alle nostre emozioni più pure. Il contatto con un bosco, gli alberi, ci permette di riattivare i sensi e di ascoltarci. Del resto è ormai statisticamente e scientificamente provato che il contatto dell’essere umano con la natura, in particolare con le piante, comporta benefici.
Un approccio molto interessante si concentra sul fatto che la pianta, come ogni altro organismo vivente (noi compresi), ha una sostanziale componente bioenergetica che le consente di entrare in sintonia con ciò che la circonda. Tra le applicazioni pratiche più coinvolgenti in tale ambito vi è il “Bioenergetic Landscape”, una tecnica progettuale ideata dall’ecodesigner Marco Nieri a seguito di un’intensa attività di sperimentazione, che gli ha permesso di comprendere come gli alberi emettano campi elettromagnetici tra i quali sono rilevabili frequenze analoghe a quelle emesse dalle cellule dei nostri organi, e per questo capaci di creare un’interazione risonante con l’organismo umano.
Gli alberi infondono stabilità, calma, entusiasmo, ci fanno sognare accanto a loro e godere della loro forza e vitalità. Uno studio sulla salute pubblica ha indagato sulla correlazione tra vita nel verde e salute mentale concludendo che “l’accesso alla natura può contribuire in modo significativo al nostro benessere sia mentale ma anche fisico”. D’altra parte la Silvoterapia lo afferma già da tempo e negli ultimi anni si sta ampliando sempre più questa pratica. Il Professor Qing Li ha presentato dei risultati di ricerca effettuati tra il 2004 e 2012 sugli effetti psicologici e fisiologici di quello in Giappone si chiama “Shinrin-Yoku” letteralmente “bagno di foresta”. Insieme alla sua equipè ha svolto un test su un gruppo di volontari, alcuni in un’area urbana e altri in un’area boschiva. Entrambi sono stati sottoposti agli esami del sangue, prima e dopo la loro permanenza in foresta. Qing Li ha confrontato i dati precedenti e successivi al bagno di foresta: i risultati erano significativi e dimostravano che il sistema immunitario si era decisamente rafforzato, la pressione arteriosa regolarizzata, miglioramento agli stati depressivi, aumento della vitalità e concentrazione soprattutto nei casi di bambini, calo della produzione di cortisolo, adrenalina e noradrenalina. L’esperimento è stato poi replicato con un gruppo di persone che aveva effettuato solamente una passeggiata di 30 minuti, riscontrando gli stessi effetti. Il Dottor Qing Li ha presentato i risultati al governo giapponese , che ha deciso di sviluppare la Silvoterapia in tutto il Paese. A oggi sono aperti 68 centri sia al pubblico che ad aziende.
In una vita caratterizzata da ritmi frenetici, ricollegarci con ciò che ci circonda forse è quello di cui abbiamo più bisogno.
Laurence Monce “il grande libro della Silvoterapia”.